Nel
mondo del lavoro sempre più spesso si sente parlare di outplacement, ma in
pochi sanno realmente in cosa consiste e perché può essere uno strumento utile
ed efficace per i lavoratori e le aziende.
Il
termine outplacement è stato tradotto in italiano in “supporto alla ricollocazione di personale” e rappresenta un
servizio sempre più significativo nell’attuale panorama economico contraddistinto
da processi di riorganizzazione aziendale. Si tratta quindi di un’attività di
consulenza nell’ambito delle risorse umane che si occupa di accompagnare le
persone in uscita da un’azienda nella ricerca di nuove opportunità professionali.
Il servizio di outplacement in Italia è regolato dal Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali definito dal decreto legislativo n. 276/2003 art. 2
comma 1 lettera d:
d)
"supporto alla ricollocazione professionale": l'attività effettuata
su specifico ed esclusivo incarico dell'organizzazione committente, anche in
base ad accordi sindacali, finalizzata alla ricollocazione nel mercato del
lavoro di prestatori di lavoro, singolarmente o collettivamente considerati,
attraverso la preparazione, la formazione, l'accompagnamento della persona e
l'affiancamento della stessa nell'inserimento nella nuova attività.
Questa
forma di ricollocamento nasce alla fine degli anni ’60 negli Usa quando la
NASA, dopo il successo del programma spaziale Apollo 11, si ritrovò nella
situazione di diminuire drasticamente il numero dei suoi dipendenti. Per affrontare
questa situazione cercò di ricollocare i dipendenti e fornire loro una nuova
occupazione. Nasceva il servizio di outplacement o di ricollocazione professionale. Un
servizio che a poco a poco si è diffuso in tutto il mondo e che in Italia ha
iniziato a comparire verso la metà degli anni ’80 anche se, ad oggi, è ancora
poco sfruttato.
Ma che cos'è l’outplacement
e come funziona?
Per outplacement si intende l’attività con cui
società specializzate agiscono a supporto della ricollocazione di uno o più
dipendenti in uscita da un’Azienda in una nuova posizione professionale,
svolgendo a vantaggio di queste persone un complesso lavoro di valutazione e
riqualificazione. Questo servizio non è rivolto ad un particolare profilo
professionale ma può interessare indifferentemente operai, impiegati, quadri e
dirigenti.
Esistono
sostanzialmente due tipologie di outplacement:
· individuale che
prevede un accordo diretto tra lavoratore e azienda;
· collettivo che
prevede un accordo tra i sindacati e l’azienda per ricollocare gruppi di
lavoratori.
Il
percorso di outplacement prevede innanzitutto un vero e proprio bilancio delle
competenze: con l’aiuto di uno o più consulenti il candidato viene portato ad
analizzare in profondità la propria vita professionale, le competenze maturate,
i punti di forza e le aree di miglioramento. A questo lavoro “tecnico” si
affianca un lavoro psicologico e di sostegno emotivo nella fase di
licenziamento della persona affinché non perda la fiducia in se stessa e le
motivazioni.
Successivamente
vi sarà la strutturazione di un profilo
professionale e, di conseguenza, del progetto professionale, un piano operativo
che va ad analizzare i possibili punti di incontro tra competenza maturale e
aspirazioni professionali del candidato.
I
percorsi individuali possono essere molteplici: per alcuni candidati vi è una
sorta di continuità sia dal punto di vista del rapporto di lavoro (dipendente o
autonomo) che della mansione; per altri il percorso varia e può portare a
iniziative imprenditoriali o di consulenza.
Nel
caso in cui il percorso scelto sia quella da lavoratore dipendente i consulenti
aiutano il candidato a migliorare strumenti quali Curriculum Vitae e lettera di
presentazione, intervengono sulle tecniche di comunicazione verbale per
sostenere efficacemente un colloquio di lavoro, aiutano il candidato a
identificare le aziende in target e a prendere contatto con esse. Nel caso in
cui il percorso scelto sia quello di una professione autonoma, i consulenti
aiutano il candidato a individuare il proprio mercato e settore di attività e
offrono una consulenza operativa all’avviamento dell’attività in proprio.
Quali possono
essere i vantaggi dell’outplacement?
Richiesto e pagato dalle
aziende per aiutare i propri lavoratori licenziati (per varie ragioni), in
cassa integrazione o in mobilità a reinserirsi nel mondo del lavoro in base
alle competenze e alle esigenze dei singoli e alla domanda espressa dal
mercato, l'outplacement presenta numerosi vantaggi sia per i dipendenti che per le
aziende stesse.
I lavoratori infatti possono contare sulla consulenza di esperti delle
risorse umane, specializzati nell'orientare le persone a un
nuovo progetto professionale, mettendole nelle condizioni di valutare realisticamente
le proprie competenze e di muoversi in maniera mirata alla ricerca di nuove
opportunità. Per le aziende, invece,
il vantaggio è sicuramente economico e di immagine: un’azienda può offrire questo servizio come benefit di
buonuscita, presentandolo come alternativa ad una somma di denaro. Può,
inoltre, sfruttare questa forma di tutela per evitare eventuali controversie
legate ai licenziamenti, visto che si assume l’intero onere economico del
riposizionamento del lavoratore.
A cura
della Dott.ssa Mariagrazia Susanna