lunedì 7 dicembre 2015

"Liberi pensieri sulla figura dell’Orientatore"



Troveremo una strada, se non la troveremo la costruiremo
(Annibale)
Domani sarò ciò che oggi ho scelto di essere.(James Joyce)




La nostra vita è fatta di scelte che provocano cambiamenti e cambiamenti che ci costringono a fare scelte. Per fortuna!
Nei momenti più banali come in quelli più importanti, ci ritroviamo a compiere delle scelte e siamo i protagonisti dei cambiamenti che ne derivano. A volte non comprendiamo appieno la portata delle nostre decisioni; inoltre, non abbiamo conoscenze e strumenti necessari a compiere un'adeguata analisi delle alternative inquadrandole in un'ottica di medio-lungo termine.
Molte di queste scelte riguardano il nostro futuro: la scuola da frequentare, la carriera da intraprendere e il luogo in cui vivere ne sono degli esempi.
Al giorno d’oggi, però, quando, ad esempio, si sceglie la scuola da frequentare ci si trova nella difficile situazione in cui non ci si conosce abbastanza, non ci si è chiesti quali siano i propri bisogni e le proprie aspettative, non si conosce abbastanza il mondo scolastico o universitario.
D’altro canto, quando ci si trova a progettare la propria vita all’interno del mondo del lavoro, è facile scontrarsi con la difficile situazione odierna che spinge sempre più ad abbandonare l'idea del “posto fisso” in favore di una carriera flessibile. Risulta ormai necessario, infatti, tener presente la possibilità di cambiare occupazione anche nel giro di pochi mesi, oppure di svolgere più occupazioni contemporaneamente.
In un tale contesto – compresso se non caotico – ha assunto sempre più rilevanza l’attività di orientamento e la figura dell’Orientatore.
Ma di cosa si occupa e chi è veramente l’Orientatore?
In generale, l’Orientatore si occupa di futuro.
Chi si occupa di futuro è costretto ad immaginare, a creare, a pensare in divenire, ad accettare il rischio dell’errore nel formulare ipotesi ed anticipazioni. È chiamato ad accettare l’incertezza e il disagio. L’accettazione del rischio comporta l’uso del condizionale (potrebbe, sarebbe…).
Chi si occupa di futuro, agendo su incertezza e disagio, camminando lungo un percorso costellato di condizionali, è chiamato a ragionare in modo probabilistico.
A chi si occupa di futuro piace inventare soluzioni a problemi che ancora non esistono, immaginare a prospettare visioni e scenari anche improbabili o utopistici con lo scopo di indurre gli altri ad aprire la mente ed esplorare la moltitudine di possibilità che si hanno di fronte, guardare le cose da più punti di vista per individuare quello più conveniente.
Chi si occupa di futuro non può essere pessimista; al contrario, è un ottimista cronico che vede sempre il lato positivo delle cose ed è capace di trasmettere questa positività anche agli altri. Solo chi è ottimista è capace di trarre il massimo vantaggio dalle vittorie così come dalle sconfitte, di trasformare problemi in opportunità piuttosto che opportunità in problemi come farebbe un pessimista.
Chi si occupa di futuro sa bene che il cambiamento, le scelte, le vittorie ma anche le sconfitte, fanno parte della vita. E sa bene che dalle sconfitte c’è solo da imparare.
Chi si occupa di futuro è capace anche di raccogliere tutte le proprie energie e capacità per puntare sempre al miglioramento.
L’Orientatore è quel professionista che possiede tutte queste competenze e riesce a trasmetterle agli altri. Le basi della sua azione affondano le radici nelle conoscenze teoriche e metodologiche legate alla Psicologia dell’orientamento e del lavoro, nella capacità di ascolto e analisi dei bisogni, nell’uso di strumenti adeguati all’attività orientativa e nella conoscenza del funzionamento del mondo scolastico, universitario e lavorativo.
Per affrontare il futuro tutti abbiamo bisogno di una certa dose di ottimismo, di fiducia in noi stessi, di resilienza – per rialzarci dopo aver subito un trauma –, di autoefficacia – per non dimenticare che possiamo farcela –, di conoscere le opportunità che ci sono e spesso non siamo in grado di individuare da soli…E di non dimenticare che «il vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare!!! » (N. Mandela).






a cura del Dott. Andrea Zammitti.


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